RockGarageZone Review

Erano gli anni 90 quando un nuovo termine musicale cominciò ad attraversare gli occhi e i timpani di moltissimi appassionati di musica rock e metal: il grunge.Emerso dall’intuizione di un qualche furbacchione discografico di Seattle, il termine venne usato per catalogare tutte quelle band che in quegli anni iniziarono a suonare un genere musicale di cui ancora oggi si parla con amore e con odio. E ancora lo si suona. Perchè la musica, nonostante spesso venga etichettata per questioni di moda, segue sempre e comunque una strada sola: quella della passione.Passione che gli italianissimi Acid Muffin hanno deciso di trasmetterci con il loro Ep Nameless.Da un primo ascolto, le cose che saltano subito ai nostri preziosissimi timpani sono (a mio avviso) tre: primo, quello di cui si parlava poca sopra, il genere.Volendoli a tutti i costi catalogare per esigenze di conversazione è sicuramente quello che salta alla mente prima di tutti.Trovo però che il termine vada un po’ stretto alla band capitolina e se proprio vogliamo indirizzare la curiosità di un nostro amico verso la loro musica credo sia più giusto dire heavy rock.Secondo: la voce del cantante. Marco Pasqualucci ci mette cinque secondi a dimostrarci tutta la sua bravura dietro il microfono e lo fa con una potenza e una passione (ripeterlo non fa mai male) incredibili.In alcuni tratti mi ha ricordato (è un complimento) il talentuoso Gavin Rossdale, frontman dei Bush, ma con una verve decisamente più aggressiva.Bravissimo.Bush che riemergono a sprazzi anche nel loro sound, che è il terzo elemento.Un sound potente, massiccio, carico di energia e delicatezza suonato e prodotto con superba maestria.La band non ha assolutamente niente da invidiare ai colleghi d’oltre oceano e con questo talento può arrivare veramente dove vuole.Le cinque tracce che compongono Nameless si fanno ascoltare, apprezzare e riascoltare che è un ultra piacere.Il via lo da Around The Hole, che inizia tranquilla per poi esplodere con tutta la sua potenza.Una canzone infarcita di riff estremamente convincenti, una performance vocale da urlo (come l’intero disco) e ingigantita da una sezione ritmica di un altro livello.Minuto finale da incorniciare.Prosegue la frenetica corsa rock con Just The Way: piede incollato sull’acceleratore delle emozioni per una composizione musicale che conferma quanto detto fino ad ora.Tre minuti in cui il groove comanda e detta regole da seguire a “volume disturba vicini.Bones è uno sguardo malinconico fuori dalla finestra durante una giornata uggiosa.Un alternarsi di tranquillità emotiva e ritrovata improvvisa energia.On The Skin è forse la canzone che mi ha ricordato (con piacere) i Bush più ispirati.Un rock maestoso ed estremamente catchy impreziosito da un ritornello che non impiegherà molto ad entrarvi in testa: potenziale hit!!Per concludere, gli Acid Muffin ci sparano nelle orecchie Nothing Inside dove la bravura dei musicisti e la loro (ultima volta che lo dico) pura passione per il rock marchiano a fuoco nei nostri cervelli l’idea decisamente positiva che ci siamo fatti nei loro confronti.Forse questa volta non ci sarà bisogno di andare a riscoprire vecchi album degli anni 90 di band che hanno segnato la nostra giovinezza e nemmeno di fare un giretto a Seattle!Ciò di cui abbiamo bisogno si intitola Nameless.E va ascoltato a TUTTO VOLUME.rockgaragezone/review