-
27Jun2014
- share:
ExitWell Review
L’Italia non è mai stata una nazione da grunge.Sì, nel tempo ha ospitato concerti di Nirvana, Pearl Jam, Alice in Chains, Foo Fighters e Nickelback.Ma non è nelle sue corde, nella sua tradizione intoccabile.Tuttavia, una ventata nuova per il tricolore e di ritorno agli anni ‘90 di Seattle (per chi mastica di più il genere) la danno gli Acid Muffin, dalla provincia di Roma: la dimostrazione concreta è Nameless, Ep di cinque pezzi pubblicato a maggio 2013 dal power trio composto da Marco Pasqualucci (voce e chitarra), Matteo Bassi (basso) e Andrea Latini(chitarra).Gli Acid Muffin sono in vita dal 2010 e in Nameless, secondo lavoro della loro storia, mescolano un grunge di partenza con hard rock e un pizzico di psichedelia.Il mini lavoro si apre alla grande con “Around the hole”: inizio a stecca con batteria serrata, chitarre acide e basso all’unisono, per una base sonora perfetta per sfondare nel nord America di un quindicennio-ventennio fa.A sorprendere è il particolare e interessante timbro vocale del vocalist Marco, dalle basse profonde (sarebbe bello capire se anche dal vivo la resa sia così buona).A spezzare l’orecchiabilità del pezzo c’è un bridge ipnotico, molto alternative, che dà un tocco di particolarità al brano stesso.A seguire c’è l’hard rock veloce, spensierato e parecchio anni ‘80 di “Just another way”, non efficace come il precedente ma parecchio energico.L’orecchiabilità torna prepotente con “Bones”, un vero e proprio inno alla musica grunge reso più attuale da una struttura pop moderna.In chiusura un altro pezzo dal bel ritornello, “On the skin” e l’ottima closing track “Nothing inside”.Gli Acid Muffin sanno che strada percorrere e hanno i giusti mezzi per colpire: mancano un po’ di esperienza, ulteriore cura negli arrangiamenti e i giusti contesti in cui esibirsi dal vivo.Nameless, comunque, promosso.exitwell.com/review