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05Mar2014
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BandsBook Review
Semplici e irruenti, gli Acid Muffin reincarnano la perfetta classicità rock degli anni 90, puro grunge, caldo ed epico come la prima metà del decennio in questione.Nati nel 2010 dalla mente di Marco Pasqualucci, (chitarra e voce), e Andrea Latini (batteria), la band raccoglie da subito i primi entusiasmi, e da duo si trasforma in trio con Matteo Bassi (basso).Cinque brani di notevole impatto, costruiti su strutture rock dense e melodie ariose, nel rappresentare una generazione ferita e disillusa, racchiusi in Nameless, che già dal titolo vuol sottrarsi ad ogni etichettatura, dal momento che, nonostante vengano classificati come artisti grunge, hanno da tempo imboccato una loro direzione.“Around the Hole”, dalle atmosfere che ricordano quelle di Seattle, è veloce, aggredisce i muri sonori da più lati, grazie a quella chitarra che non stucca mai, e quella voce che rende interessante ogni passaggio.Chitarra che diventa più docile in “Nothing Inside”, orecchiabile e caratterizzata da fraseggi all’occorrenza energici e misurabili, dall’intro ritmata e calibrata, sound robusto e corposo in grado di catturare già dopo i primi secondi.Sebbene le chitarre pesanti imitino la luna storta del rock anni 90, l’album continua a suonare molto originale: basta ascoltare “Frozen Shiver”, dagli arrangiamenti niente male, giusto compromesso tra facili melodie e musica ad alto voltaggio, che raccoglie i punti di forza del disco.L’EP non è scevro dalle evidenti contaminazioni di altre band, ma efficaci variazioni nell’uso della chitarra e del basso colmano di effettistica tutte le tracce.Ed è doveroso menzionare come l’album, più che un progetto improvvisato, si presenti soprattutto come un lavoro di qualità.Il loro centrifugare il rock che abbiamo tanto amato con molto di personale, ha fatto sì che il trio romano sfornasse un EP contenente brani dal comparto strumentale rifinito e godibile.Sta di fatto che i nostri ragazzi diventeranno una pietra di paragone decisamente importante nel panorama italiano.bandsbook/review